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Pop art.

(dall'inglese popular art: arte popolare). Movimento artistico d'avanguardia di matrice tipicamente anglosassone, nato negli anni Cinquanta del XX sec. e rivelatosi al pubblico europeo con la Biennale di Venezia del 1964. Trae temi, forme e materiali espressivi dal vastissimo repertorio di immagini e oggetti della civiltà dei consumi: dalla pubblicità televisiva alla segnaletica stradale, dai fumetti ai rotocalchi popolari. La p.a. statunitense ebbe come iniziatori J. Johns e R. Rauschenberg, appartenenti a una generazione di artisti che cercarono nelle forme della vita quotidiana strumenti espressivi alternativi a quelli utilizzati nell'Espressionismo astratto. Per qualche verso accomunata a correnti artistiche precedenti, come il Dadaismo e il Surrealismo, la p.a. si discosta tuttavia dal primo per la mancanza di intenti polemici verso la cultura dominante, e dal secondo per un realismo che esclude la dimensione visionaria propria delle creazioni artistiche surrealiste. Suoi principali esponenti furono A. Warhol, C. Oldenburg, J. Dine, J. Rosenquist. Nonostante il successo internazionale che arrise alla p.a. americana, la prima opera pop viene considerata un collage dell'artista inglese R. Hamilton, esposto a Londra nel 1956. La p.a. britannica, più profonda e intellettualmente spregiudicata di quella statunitense, nacque dalla riflessione, intrapresa nei primi anni Cinquanta, su concetti propri della teoria dell'informazione e della comunicazione di massa. Artisti di spicco della p.a. inglese furono R. Smith, D. Hockney, P. Blake, A. Jones. Negli altri Paesi europei, in America Latina e in Giappone, esperienze assimilabili alla p.a. rimasero circoscritte ad alcuni gruppi o a singoli artisti.
Roy Lichtenstein: “Whaam”